Il punto è sempre il medesimo. Non è in gioco solo il destino (politico) di Matteo Renzi, è in gioco il destino del Paese: la sua tenuta democratica.
Se il Toscanaccio governa male, sbaglia, mente, prende per i fondelli il popolo, promettendogli cose che poi non gli concede, non sarà solo lui a pagarne le conseguenze, in cabina elettorale e quando si tornerà al voto, ma tutti noi che non vogliamo finire vittime di una deriva autoritaria per mano del Movimento 5 Stelle. Non è interesse solo del Pd, e più in generale del centrosinistra, che il Nostro faccia bene, è interesse di tutti noi: anche degli apolidi di centrodestra come il sottoscritto che non lo voteranno mai. Per questo non si può, e non si deve, tacere sugli errori che sta commettendo, sulle promesse che sta disattendendo, sulla quantità sesquipedale di cazzate demagogiche e populistiche che sta propalando a tutti noi e che non risolveranno un solo problema del Paese. Non si può. Sono in gioco la democrazia e, soprattutto, la nostra libertà.
Renzi ha mentito. Il bonus di 80 euro, allo stato, vale solo per il 2014, sarà finanziato anche con nuove tasse e, per di più, una tantum
Sugli 80 euro, Renzi ha mentito su tutti i fronti: 1) aveva promesso che la detassazione sarebbe stata strutturale, valevole, cioè, da qui all’eternità, e invece, per il momento, è prevista «per il solo periodo d’imposta 2014» (così recita il decreto legge licenziato dal governo); 2) che sarebbe stata finanziata, lo aveva garantito sia lui che Padoan, solo mediante tagli di spesa, e invece lo sarà, in buona parte, anche attraverso incrementi d’imposta – 1,8 miliardi (una tantum) a carico delle banche che possiedono quote in Bankitalia; 350 milioni a carico degli agricoltori che lavorano nelle aree svantaggiate del Paese e che, al contrario del passato, saranno tenuti a versare l’Imu sui propri terreni; 600 milioni a carico delle aziende che hanno rivaluto i propri asset e che, rispetto a quanto previsto precedentemente dal governo Letta, saranno tenute ad effettuare quell’esborso in un’unica soluzione, nell’anno in corso, anziché in tre anni (tassa una tantum); 3) che avrebbe avuto coperture strutturali e, invece, come abbiamo appena evidenziato, sarà finanziata, nella misura di 1 miliardo e novecentocinquanta milioni su 6,9 miliardi totali, mediante entrate una tantum (che saranno incassate solo nell’anno in corso).
Nulla, pertanto, garantisce che questo danaro potrà tradursi in consumi, rilanciare l’economia e far crescere l’occupazione. Tanto più se si tiene conto, come abbiamo già altrove evidenziato, che è probabile finirà in parte assorbito, come congettura la Uil, dal pagamento della nuova imposta sugli immobili, la Tasi (ben più salata dell’Imu anche perché non prevede alcuna detrazione), e, forse, anche dall’incremento del prelievo sui risparmi (per un valore di circa 3 miliardi), che andrà a colpire anche i conti correnti e quelli di deposito (per totali 755 milioni di euro). Per non parlare del fatto che gli enti locali, dovendo far fronte ad un taglio dei trasferimenti (deciso dall’esecutivo in carica) dell’ammontare di 700 milioni, potrebbero ritoccare all’insù le addizionali contribuendo, in tal modo, a far scomparire del tutto quei soldi.
Cosa accadrà se i beneficiari del bonus di 80 euro si renderanno conto che questi danari sono certi solo per l’anno in corso e, a malapena, bastano a pagare le nuove imposte introdotte dal governo centrale e quelle eventualmente deliberate dagli enti locali? La prenderanno bene o, sentendosi raggirati anche da Renzi, il politico che avrebbe dovuto incarnare il “nuovo” e la discontinuità col passato e che invece li ha inchiappettati esattamente come erano soliti fare Berlusconi e Prodi, si riverseranno, ancor più copiosi e soprattutto acritici, tra le braccia del fascista Grillo?
Non occorre essere “gufi”, o appartenere alle altre specie animali invise all’attuale premier, per capirlo: è sufficiente esser dotati di due neuroni e non avere gli occhi foderati di prosciutti. Non solo.
Renzi, come un bimbominkia grillino qualsiasi, ha puntato tutto sui temi tanto cari alla “gggente”, cioè alla plebe con la bava alla bocca – taglio alle auto blu e agli stipendi di manager e dirigenti pubblici –, noncurante del fatto che, da queste poste di Bilancio, si sarebbero potuti ricavare solo spiccioli (come qualcuno segnalava).
Cosa accadrà quando la “gggente” si renderà conto che dal taglio delle auto blu (risparmio: poche centinaia di migliaia di euro su 800 miliardi di spesa pubblica complessiva), degli stipendi dei manager (risparmio previsto da Delrio: 10 milioni) e dei dirigenti pubblici (risparmio: 350-400 milioni) non si è riusciti a ricavare nemmeno la pecunia necessaria a comprare la carta igienica di cui abbisognano le scuole del Belpaese, figurarsi quella utile a finanziare una corposa detassazione per il cittadino tartassato? Cosa accadrà, signori cari? Cosa?
Cosa accadrà quando la “gggente” scoprirà che Renzi – che, tra l’altro, si è preso il merito di questo provvedimento che, però, è stato predisposto dal governo Letta – non ha abolito le Province, almeno per ora, ma le ha solo trasformate in enti cosiddetti di secondo livello, e che la tanto sbandierata “cancellazione” degli stipendi dei presidenti e dei consiglieri provinciali farà risparmiare alle casse dello stato non più di 100-150 milioni di euro su 800 miliardi di spesa complessiva (come segnala la Corte dei Conti)?
Cosa accadrà, insomma, quando essa si renderà conto che tutta l’ammuina che Renzi ha sin qui fatto, gli slogan che quotidianamente ha partorito, gli hashtag da bimbominkia smanettone che ha usato, non le hanno portato alcun vantaggio e sollievo?
È facile intuire, anche a chi non appartenga alla specie umana dei “gufi” ma semplicemente a quella dei figli di puttana che dicono sempre ciò che pensano, che essa sarà incazzatissima. Inferocita all’inverosimile. E mediterà vendetta.
Parliamo, poi, per un istante, dei pensionati e degli incapienti. Costoro, come noto, non beneficeranno del bonus di 80 euro. Nondimeno, saranno tenuti a versare le imposte che il Toscanaccio ha deliberato. Ripeto: parliamo di pensionati (magari con 900 euro netti al mese di vitalizio) ed incapienti (soggetti che guadagnano talmente poco, fino a 8.000 euro l’anno, da non essere tenuti a pagar tasse all’Erario).
Ebbene, queste persone, non proprio appartenenti alla plutocrazia italica (diciamo francamente), dovranno soggiacere all’incremento (dal 20 al 26%) del prelievo sul risparmio (per circa 3 miliardi di euro, repetita iuvant); incremento che andrà a colpire, come già detto, anche i conti correnti e di deposito (per non parlare delle polizza vita, delle azioni e delle obbligazioni).
Sia consentito, allora, fare un esempio, o meglio presentare un modestissimo conto della serva (come tanti altri presenti in Rete), che serve a capire quanto folle sia l’inasprimento in questione (checché ne dica il responsabile economico del Pd, dimostrando una faccia tosta senza eguali).
.@taddei76 Un pensionato con 5.000 euro in un conto deposito di 6 mesi remunerato allo 0,75% vedrà crescere il prelievo complessivo al 56,2%
— Camelot (@Camelotdestra) 24 Aprile 2014
Si consideri un conto di deposito a 6 mesi del valore di 5.000 euro remunerato allo 0,75%.
Interesse maturato: +37,5 euro
Ritenuta fiscale 26%: -9,75 euro
Imposta di bollo (la “patrimonialina” gravante sul risparmio) 0,20%: -10 euro
Prelievo totale: -19,75 euro
Pressione fiscale totale (19,75/37,5): 52,6% (e senza considerare le commissioni bancarie).
Ecco. A voi sembra normale che, in un paese che ha già la tassazione sui redditi e sugli immobili che è tra le più alte al mondo, si arrivi a derubare un piccolissimo risparmiatore del 52,6% di ciò che ha maturato grazie ad un po’ di danari faticosamente accantonati in un conto di deposito? Questo risparmiatore, che potrebbe essere chiunque di noi, come reagirà alla stangata? Facendo un bel sorriso e salti di gioia a tutto spiano? O riverserà la propria rabbia nel fiume da cui attinge, a piene mani, il Movimento 5 Stelle?
Allo stesso modo. Gli imprenditori, cui il Toscanaccio aveva promesso una riduzione dell’Irap del 10%, come reagiranno quando si renderanno conto che quest’anno riceveranno solo 100 milioni, sui 700 promessi loro, poiché il Nostro, all’ultimo momento, li ha obbligati a versare in un sol anno, anziché in tre, i 600 milioni dovuti sulla base della rivalutazione dei propri beni? Sprizzeranno gioia da tutti i pori? Saranno entusiasti del “nuovo che avanza”?
E coloro che avevano creduto che Renzi avrebbe investito 3,7 miliardi di euro nell’edilizia scolastica, insegnanti in primis, come reagiranno quando scopriranno che quei soldi, il Caro Leader, alla fine non li ha stanziati nemmeno col piffero? Faranno buon visto a cattivo gioco, pur essendo stati presi pesantemente per i fondelli?
Non occorre esser “gufi”, per capirlo. In compenso, occorre essere dei dannatissimi stronzi per far finta di non saperlo.
E quel fascista di merda di Grillo già se la ride.
Comunque a me sta politica bimbominkia versione hashtag, selfie e stronzate assortite divertirebbe… Se il frangente non fosse drammatico.
— Giovanni Scrofani (@Jovanz74) 23 Aprile 2014
Ps. Se non fosse chiaro. Risparmio derivante dal taglio degli stipendi dei manager e dei dirigenti pubblici: 350-400 milioni di euro. Incremento del prelievo a carico dei soli correntisti (voi e me compresi): 755 milioni di euro. Incremento del prelievo complessivo sul risparmio (incluso quello presente sui conti correnti e di deposito): circa 3 miliardi di euro. E questa sarebbe la “svolta buona”?